(4) Ringrazio sempre il mio Dio da parte vostra, per la grazia di Dio che vi è data da Gesù Cristo; (5) Che in ogni cosa siete arricchiti da lui, in ogni espressione e in ogni conoscenza; (6) Proprio come la testimonianza di Cristo è stata confermata in voi: (7) In modo che non veniate indietro in nessun dono; aspettando la venuta di nostro Signore Gesù Cristo: (8) Il quale vi confermerà anche fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo. (9) Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione di suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore.

Ciò che viene detto qui è così semplice; da non aver bisogno di commenti; e così benedetto, come quando è aperto all'anima del rigenerato dallo Spirito Santo, da non aver bisogno di altri vezzeggiativi. Lascia che il Lettore lo guardi ancora e ancora, perché sopporterà la lettura ogni giorno. Osserva come il cuore stesso di Paolo va con amore alla Chiesa, mentre benedice Dio per loro. La sua stessa anima sembra essere commossa in lui, come potrebbe, che in un luogo come Corinto, Cristo avesse una Chiesa.

E osservate come si esprime l'Apostolo nell'occasione. Ringrazio il mio Dio, disse, sempre a nome vostro. E osserva come si sofferma sulla causa del suo ringraziamento. Non era per il loro numero, tra quelli che professavano una fede in Cristo, a Corinto. Potrebbero esservi molti là, come è da temere è, ed è stato in tutte le epoche della Chiesa altrove, che professavano di amare Cristo, sul quale non era stato operato alcun cambiamento per grazia.

Non è la grandezza di una congregazione che implica la prosperità dell'anima. A volte si trova una grande magrezza in mezzo a grassi pascoli di ordinanze. Paolo non ringraziò il suo Dio e Salvatore perché erano molti, ma per la grazia di Dio che era stata loro data, e per essere stati arricchiti dal Signore, e per la testimonianza di Cristo che era stata confermata in loro. Lettore! guarda nella tua stessa anima per queste cose, perché è per queste (e non per le cose esteriori) che gli uomini vivono, e in queste è la vita dell'anima.

E prego il Lettore di non trascurare, in questo dolce e prezioso paragrafo, quanto benedetto Paolo parli della fedeltà di Dio e dell'eterna sicurezza della Chiesa in lui. Oh! che anima incantevole ha pensato che Colui che ha chiamato qui tutto il corpo, la Chiesa, all'unione, all'unità e alla comunione con Cristo nella grazia, dia con ciò un impegno e un pegno, della continuazione eterna di tale interesse, in tutti La gloria comunicabile di Cristo nell'aldilà.

Lettore! prendilo per il tuo motto quotidiano e indossalo nel tuo cuore di giorno in giorno; Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione di suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Il Lettore mi perdonerà; Spero, se invoco un suggerimento prima che concluda questa parte del Capitolo che abbiamo passato, di notare con me, come dolcemente Paolo si sofferma sul nome del suo adorabile Signore. Non meno di dieci volte, nei primi dieci versi di questo capitolo, ha scritto il suo bel nome? Sembra che vi sia appeso, come l'ape su un fiore dolce, dove la piccola creatura trova tanto cibo per il miele, che sebbene sia così carico di ciò che ha, che può a malapena volare, eppure rimane così tanto, non può andate via, così Paolo si soffermò sul nome stesso del Signore Gesù.

E, Lettore! permettetemi di aggiungere che tale sarebbe l'amore di ogni figlio di Dio, se avessimo la stessa conoscenza che aveva Paolo. Tu ed io, soprattutto, cerchiamo dal Signore uno spirito di saggezza e rivelazione nella conoscenza di Lui! Vedi la preghiera di Paolo per la Chiesa, Efesini 1:15 fino alla fine.

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