(34) Ai suoi giorni Hiel, il betelita, edificò Gerico: ne pose le fondamenta in Abiram, suo primogenito, e ne eresse le porte nel figlio più giovane Segub, secondo la parola del Signore, che aveva pronunciata per mezzo di Giosuè figlio di suora.

Erano circa 500 anni prima di questo periodo quando, alla distruzione di Gerico, Giosuè pronunciò una maledizione sull'uomo che doveva risorgere per ricostruirla. Ma nell'empio regno di Acab, uno dei suoi sudditi, più audace degli altri nell'empietà, ricordando forse questa profezia, come per scherzare sia su Dio che sul suo servo, la intraprese; e l'evento corrispondeva esattamente alla previsione.

Vedi Giosuè 6:26 . Chi si è indurito contro Dio e ha prosperato? Giobbe 9:4

RIFLESSI

PAUSA, anima mia, sulla lettura di questo capitolo, e segna bene la fine spaventosa di tutti gli operatori d'iniquità! e che cosa fornisce la storia di tutti gli uomini empi, qualunque sia il grado o la situazione in cui si trovano, ma tristi esempi della stessa cosa. Sotto quali immagini e similitudini sorprendenti li rappresenta la parola di Dio. Si dice che siano prigionieri e schiavi, i servi del peccato, e che non possono cessare dal peccato.

E come testimoniano le loro vite, la realtà di tali figure! Perché qual è il misero effetto della ricerca carnale nelle concupiscenze della carne, le concupiscenze degli occhi e l'orgoglio della vita, se non il salario, il salario, la sicura ricompensa, nel dolore che deve seguire? E non tutti i personaggi di questa descrizione, per quanto diversificati nelle loro diverse occupazioni e occupazioni, accumulano per sé una certa miseria, qui in questa vita non di rado loro ricompensata, e un dolore infinito in ciò che deve venire; e non sono questi come il salario pattuito del mercenario e del servo, che si aspetta e a cui ha diritto, alla fine del suo lavoro?

Beato Gesù! com'è rinfrescante il pensiero per il tuo popolo, che tu li hai portati fuori dal servizio di Satana e li hai resi liberi al tuo servizio. Tu li hai graziosamente cercati nei loro covi del peccato, quando, come altri, erano figli dell'ira, e vagavano lontano da te, sulle stesse montagne dell'iniquità, e della vanità, e dei piaceri mondani. Ed ora, dopo averli condotti, per l'illuminazione e la convinzione del tuo Santo Spirito, nel vincolo dell'alleanza, li proteggi dal cadere in quelle profondità del peccato che inghiottono gli empi.

Carissimo Gesù! sii la mia guida, il mio consigliere, il mio custode e la mia gioia suprema; allora il peccato non mi dominerà, né le vanità del mondo mi trarranno alla perdizione. Deposto l'uomo vecchio, che è corrotto secondo le concupiscenze ingannevoli, mi rivestirò dell'uomo nuovo, che secondo Dio è stato creato nella giustizia e nella vera santità.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità