(5) E mentre giaceva e dormiva sotto un ginepro, ecco, un angelo lo toccò e gli disse: Alzati e mangia. (6) Ed egli guardò, ed ecco, c'era una focaccia cotta sui carboni, e una brocca d'acqua alla sua testa. E mangiò e bevve, e lo distese di nuovo. (7) E l'angelo del Signore venne di nuovo una seconda volta, lo toccò e gli disse: Alzati e mangia; perché il viaggio è troppo lungo per te. (8) Ed egli si alzò, mangiò e bevve, e andò in forza di quella carne quaranta giorni e quaranta notti fino all'Oreb, il monte di Dio.

Oh! Lettore! prega, osserva la tenera misericordia di un Dio misericordioso. Se il Signore avesse preso Elia in parola, che triste evento! al posto della quale troviamo l'angelo del Signore che lo nutre. Non posso permettere che il Lettore continui senza soffermarsi a osservare con me, in quale varietà di modi graziosi il Signore ha nutrito il suo servo. Dai corvi una volta; da una vedova in un altro. Ora da un angelo; e ora per quaranta giorni senza cibo è conservato.

E non era qui un tipo del suo adorato Signore e maestro? Posso guardare Elia dal deserto di Giuda, rafforzato per quaranta giorni di astinenza nell'Oreb, senza ricordare la tua ineguagliabile astinenza, carissimo Gesù, quando aggiunta alla fame del corpo e ai conflitti dell'anima, a Satana fu permesso spendere su di te tutti i dardi infuocati delle sue tentazioni?

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