(9) E quando i giovani di Davide vennero, parlarono a Nabal secondo tutte quelle parole nel nome di Davide, e cessarono. (10) E Nabal rispose ai servi di Davide, e disse: Chi è Davide? e chi è il figlio di Jesse? ci sono molti servi ora al giorno che separano ciascuno dal suo padrone. (11) Prenderò dunque il mio pane, la mia acqua e la mia carne che ho ammazzato per i miei tosatori e darò a uomini che non so da dove vengano?

È evidente che Nabal non era estraneo alla storia di Davide, da questa risposta; o non avrebbe potuto chiamarlo figlio di Iesse, né servo di Saul. Ma osservate, per coprire la sua disumanità con giusti pretesti, invece di parlare di Davide, il liberatore del suo paese, dai Filistei, e come uno oppresso per la sua fedeltà, lo chiama servo fuggitivo, e solo il povero figlio di un povero padre. È sorprendente osservare come il peggiore degli uomini trovi scuse per giustificare la propria condotta.

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