(1) Per quanto riguarda il ministero dei santi, è superfluo che io ti scriva: (2) Poiché conosco la franchezza della tua mente, per la quale mi vanto di te presso quelli della Macedonia, che l'Acaia era pronta a anno fa; e il tuo zelo ha provocato moltissimi. (3) Eppure ho mandato i fratelli, affinché il nostro vanto di voi non sia vano in questo senso; affinché, come ho detto, possiate essere pronti: (4) Se per caso i macedoni vengono con me e vi trovano impreparato, noi (che diciamo di no, voi) dovremmo vergognarci di questo stesso fiducioso vanto.

(5) Perciò ho ritenuto necessario esortare i fratelli, che sarebbero andati prima da te, e avrebbero compensato in anticipo la tua generosità, di cui avevi notato prima, affinché lo stesso potesse essere pronto, come una questione di munificenza, e non come di cupidigia.

Paolo usa il migliore di tutti gli argomenti, per raccomandare ogni specie di carità, sia in questa che in tutte le sue epistole; vale a dire, il rapporto tra Cristo e il suo popolo. Ed è ben certo che là dove l'amore di Cristo è sparso nel cuore, le sue correnti si diffonderanno a tutte le sue membra. E infatti, la carità, o amore, che non inizia in questa fonte, non ha sicurezza per alcuna continuazione.

E, anche nel tempo che scorre, come sorge solo nell'affetto della creatura, è soggetto solo di ciò che è volubile, e momentaneo; e o presto si inaridisce, o è fermato dal capriccio, o dalla mutevolezza della mente umana. È solo quell'amore che comincia in Dio, che si mantiene vivo nelle comunicazioni di Dio; ed essendo principalmente diretto alla sua gloria, ha una sorgente da cui dipendere per la sua continuazione verso il popolo di Dio per sempre!

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