Elia, il profeta, visse più o meno all'epoca come Giosafat e Acab. Ma Eliseo gli era succeduto nel suo ufficio quando Jehoram aveva il governo di Giuda. È probabile, tuttavia, che il regno di Jehoram possa essere iniziato prima della traslazione di Elia; e perciò questo messaggio scritto gli giunse nel nome del Signore dal suo servo che se ne andava. E osserva quanto sia terribile il suo contenuto. Per prima cosa si apre alla sua vista, le grandi enormità di cui era stato colpevole.

Empi a Dio; e crudele con l'uomo: assassino anche dei suoi stessi fratelli! Segna poi la sua punizione, e questo deve essere esemplare in modo sorprendente. Eppure non sentiamo parlare di rimorso, dolore, volgersi al Signore mediante la penitenza e la riforma, anche se sembra che gli sia stato concesso un lungo periodo prima che fosse inflitto. E nel frattempo, una visita più generale di nemici stranieri, che il Signore suscitò contro di lui, come per vedere quali correzioni più dolci avrebbero compiuto.

E Lettore! notate come il Signore abbia fatto quei giudizi progressivi. Primo, nei nemici esterni; poi angoscia dentro. I suoi figli, le sue mogli, la sua sostanza portata via in cattività. E per ultimo, la sua stessa persona sotto questa terribile malattia: senza dubbio ripugnante oltre che dolorosa. E questo si è protratto per il lungo periodo di due anni. Ahimè! anche in questa vita, quali terribili effetti osserviamo ogni giorno nelle visite di Dio sui peccatori.

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