(32) E avvenne che quando Davide fu giunto in cima al monte, dove adorava Dio, ecco, Husai l'Archita gli venne incontro con la veste strappata e con la terra sul capo: (33) al quale Davide disse: Se passi con me, allora sarai per me un peso. (34) Ma se torni in città e dici ad Assalonne: Io sarò tuo servo, o re; come sono stato finora servo di tuo padre, così sarò anche ora tuo servo; allora puoi tu per me vanificare il consiglio di Ahitofel.

(35) E non hai tu con te Tsadok e i sacerdoti Abiatar? perciò tutto ciò che ascolterai dalla casa del re, lo dirai a Tsadok e ai sacerdoti Abiathar. (36) Ecco, là hanno con sé i loro due figli, Ahimaaz, figlio di Zadòk, e il figlio di Gionatan Abiatar; e per mezzo loro mi manderete tutto ciò che potete udire. (37) Allora l'amico di Cusai Davide entrò in città e Assalonne entrò in Gerusalemme.

Qui troviamo David alle sue devozioni. Non tutta la fretta degli affari, né tutta la precipitazione della fuga, potevano fermare il fervore di Davide nella sua comunione con Dio. Il titolo del terzo Salmo ci fa conoscere la somma e la sostanza della preghiera di Davide, ciò che disse al Signore in questa occasione: e dolcissime sono le suppliche, alle quali rimando il Lettore. Si lamenta del numero e della malizia dei suoi nemici: ma si rifugia in Dio, sia come sole che come scudo, al quale solo apparteneva la salvezza.

Probabilmente Davide ha versato la sua anima al Signore mentre saliva sul monte, piangendo e pregando mentre andava, e persino lodando Dio attraverso tutto. Bellissimo modello per anime afflitte! Sia che si soffra sotto gli effetti del peccato, della cattiveria dei bambini o del mondo. Vedi Salmi 3:1 . La venuta di Hushai sembra essere stata provvidenziale. E l'evento ha pienamente giustificato il consiglio di David al momento.

RIFLESSI

PAUSA, Lettore! sulla lettura di questo Capitolo, e nella contemplazione sia del padre che del figlio, Davide e Assalonne, imparate ad osservare che cos'è la natura e quanta grazia è necessaria per correggere e riformare il povero uomo caduto. Guarda in Assalonne la terribile conseguenza di assecondare le passioni corrotte e viziate dei bambini. Se Davide, come re in Israele, avesse seguito la legge divina, nel punirlo per l'omicidio, per quanto doloroso potesse essere per la natura, ma forse il Signore avrebbe poi mandato il suo servo il Profeta ad interporsi; e Assalonne, essendo stato condannato e convinto dell'atroce peccato di aver ucciso suo fratello, avrebbe invocato misericordia nel suo esemplare dolore e pentimento.

Almeno questo effetto sarebbe stato prodotto da esso, che non avrebbe potuto essere trovato così poco dopo in aperta ribellione contro suo padre. Ma quando Davide nel sentimento del padre perse di vista il suo dovere di re e prese di nuovo in grembo l'assassino di un figlio, ci si può meravigliare se il serpente così allevato lo pungesse, o che il miserabile perdonato lo spargimento di sangue di un fratello, dovrebbe maturare così nell'iniquità, da puntare il pugnale al padre! Oh! che cosa ha operato il peccato nella nostra natura decaduta! Cosa non è il cuore dell'uomo capace di escogitare nel male, privo della grazia divina!

Lettore! osserviamo anche in Davide quanto siano sicuri i giudizi di Dio e quanto sia certo che il nostro peccato ci scoprirà. Quanto più amabile appare Davide nel salire la collina dell'Uliveto, piangendo mentre camminava, che quando trionfa nelle sue conquiste su Betsabea e Uria! Com'è molto gentile il Signore nel condiscendere a correggere il suo popolo, al fine di portare i loro cuori a casa a lui, quando senza quelle correzioni si allontanerebbero da lui per sempre.

Prezioso Gesù! quanto sono care le tue guarigioni! Oh! quanto sono dolcissime per il tuo popolo le tue tante, tante redenzioni. Sì! Carissimo Signore, non solo ci hai redenti a Dio mediante il tuo sangue; ma l'eterna efficacia del tuo prezioso spargimento di sangue e della tua giustizia, supplica continuamente per noi, quando a causa delle nostre frequenti partenze, le tue correzioni per la nostra guarigione sono rese necessarie, oh! Signore! concedi che tali siano le opinioni, sia di colui che scrive che di colui che legge, (se è la tua benedetta volontà), di tutte le tue tenere correzioni per i nostri peccati, che sebbene tu possa abbatterci dall'afflizione, la nostra fede possa ancora sii certo che non ci respingerai: anche se siamo castigati, ma non distrutti.

Anche se in noi non c'è nulla di valore, tuttavia con Gesù c'è un merito perpetuo. Egli vive sempre per intercedere; e il suo sangue mondò da ogni peccato. Ora, Signore, canterei quella canzone, anche prima di lasciare questa vita mortale; e tra non molto lo canterò ad alta voce in mezzo all'esercito celeste: Degno è l'Agnello che fu immolato; poiché tu sei stato ucciso e ci hai riscattati a Dio mediante il tuo sangue.

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