(21) Ma Abishai, figlio di Tseruiah, rispose e disse: Non si metterà a morte Simei per questo, perché ha maledetto l'unto del Signore? (22) E Davide disse: Che ho a che fare con voi, figli di Tseruiah, affinché oggi siate miei avversari? ci sarà forse qualcuno messo a morte oggi in Israele? poiché non so che oggi sono re d'Israele? (23) Perciò il re disse a Simei: Non morirai. E il re gli giurò.

L'ardore e il risentimento di Abishai avrebbero portato Davide in errore; perciò lo chiama avversario nei suoi consigli. Ma quale delizioso pensiero emerge da questo colloquio tra Davide e il suo ex violento oppositore, Simei, considerato mentre conduce le nostre menti alla contemplazione del presunto colloquio tra GES, il Figlio di Davide, e il convinto e autocondannato peccatori, che un tempo si opposero al suo governo.

Sì! carissimo GES, possa dire chiunque di questa descrizione, quando così portato davanti a te dallo SPIRITO SANTO, il tuo servo sa che ho peccato, quindi sono venuto a cercare la tua misericordia. E oh! quanto inconcepibilmente dolce e prezioso, ascoltare la voce del re; dicendo: Perirà forse un povero peccatore che viene oggi a cercare la pace d'Israele? Lettore! ricorda anche che il nostro GES non solo ha detto che il suo popolo non perirà, ma DIO nostro PADRE lo ha confermato con un giuramento. Il re lo giurò.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità