(7) E ci fu guerra in cielo: Michele ei suoi angeli combatterono contro il dragone; e il dragone ei suoi angeli combatterono, (8) e non prevalsero; né il loro posto fu più trovato in cielo. (9) E fu scacciato il gran dragone, quel serpente antico, chiamato Diavolo, e Satana, che seduce il mondo intero: fu gettato sulla terra, e con lui furono scacciati i suoi angeli. (10) E udii una forte voce che diceva nel cielo: Ora è giunta la salvezza, la forza, il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato abbattuto l'accusatore dei nostri fratelli, che li accusava davanti ai nostri Dio giorno e notte.

(11) E lo vinsero mediante il sangue dell'Agnello e mediante la parola della loro testimonianza; e non amarono la loro vita fino alla morte. (12) В¶ Perciò rallegratevi, cieli, e voi che abitate in essi. Guai agli abitanti della terra e del mare! poiché il diavolo è sceso su di te, con grande ira, perché sa di avere poco tempo.

Ricordi il lettore che, per lo più, quando si parla di cielo in questo libro di Dio, si intende la Chiesa. In effetti, non può essere necessario osservare che quando si dice che ci fu guerra in cielo, non si poteva supporre che si intendesse quel luogo benedetto, dove dimora Dio, dove tutto è pace, santità e gioia. Ma, la guerra qui menzionata, era ed è ancora nella Chiesa. Michele, con cui si intende Cristo, è opposto da Satana, e il conflitto deve essere come qui affermato, alla fine ultima.

Ma durante la gara i cari figli di Dio, sebbene sicuri della vittoria, hanno molte dure schermaglie da sostenere di giorno in giorno, né il fedele soldato nell'esercito di Cristo, slaccia la sua armatura, finché il Signore non lo spoglia per la tomba.

Ma se consideriamo quanto qui detto, con un occhio particolare alla Chiesa, al tempo che Cristo aveva in mente, quando istruì il suo servo Giovanni, e anche questo, come condotto da uno spirito di profezia, ai grandi eventi poi a avvenire nella sua Chiesa; e da lì alla fine di tutte le cose, dobbiamo ricordare che questo fu il periodo della Chiesa, dopo il ritorno di Cristo alla gloria, e sotto il tempo dell'Impero, essendo pagano, al tempo in cui l'Impero professava il cristianesimo. , compreso uno spazio di circa trecento anni. E questo riporta la storia di questo Capitolo, al tempo dell'eresia ariana.

Un evento così meraviglioso, come quello di un intero impero che diventa cristiano, (cioè professare il cristianesimo, e, senza dubbio, sebbene moltitudini sotto quel carattere non fossero altro che mosche estive che si crogiolano al sole della prosperità, tuttavia molti dei cari a Dio i bambini non essendo più terrorizzati dalle minacce e dalle persecuzioni dei loro vicini pagani, potevano vantarsi ad alta voce nel Dio della loro salvezza), si potrebbe ben supporre che celebrino la gloria del Signore nel cambiamento.

Quindi, la voce forte di Giovanni in visione udita in cielo, cioè nella Chiesa; Ora è giunta salvezza e forza, e il regno del nostro Dio, e la potenza del suo Cristo. E notate non meno il Lettore, come i fedeli, come con una sola voce, attribuirono tutta la loro vittoria al Signore Gesù Cristo. Così è ora, e così deve essere per sempre, durante l'intero stato temporale della Chiesa sulla terra. Nessuna vittoria, ma in e per Cristo. Nessun lavaggio dal peccato, ma nel suo sangue. Nessuna giustizia tranne la sua, per giustificare davanti a Dio!

E bene possa la Chiesa gioire, mentre il demonio si adira sempre più, nella coscienza della brevità dei suoi trionfi sulla Chiesa. Poiché qual è l'intero suo regno, dalla caduta di Adamo, al momento della sua gettata agli inferi per sempre. Quanto sono seimila anni per l'eternità? Non è più di un singolo granello di sabbia, rispetto al globo! Ho pensato spesso, se un figlio di Dio potesse, ma ricordarlo sempre, ogni esercizio sarebbe come niente.

Di giorno in giorno attenua tutti i nostri dolori. Quello di ieri è andato per essere contato con gli anni oltre il diluvio, per non tornare mai più. Come i ragazzi a scuola, possiamo tagliare la tacca quotidiana, che fa il numero delle vacanze. In breve; l'ultimo verrà per essere stroncato, e allora il figlio di Dio, sente le ruote del carro di Gesù venire per portarlo a casa, alla casa del Padre.

Mentre, al contrario, ho pensato tante volte, quanto sono effimeri i trionfi oi piaceri degli empi! In che modo la maggior parte dell'uomo della terra, intendo il peccatore senza Cristo, inghiottito come Cora e la sua compagnia nelle preoccupazioni terrene, invidia ogni giorno che passa. Ogni notte potrebbe dire, mentre il rintocco del giorno suona per il suo funerale, c'è un altro giorno passato delle mie comodità sulla terra, e quando verrà l'ultimo, dove partirò? Quindi, è il mondo che teme di sentirsi dire della loro età, perché temono di morire.

Lettore! con che classe stai? Se appena nato in Cristo, (perché questo è l'unico vero standard di carattere), guarda, con santa fiducia e gioia, alle ruote del carro di Gesù! Se non risvegliata, non rigenerata, non rinnovata nell'anima, la morte non può che essere spaventosa!

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