RIFLESSI

LETTORE! soffermati su questo capitolo e osserva in Mosè le circostanze morenti di tutta l'umanità. Sia i santi che i peccatori, i ministri e il popolo, anche Mosè, il servo prediletto del SIGNORE, devono scendere alla tomba, sebbene quanto alle circostanze della sua morte, fosse particolarmente favorito nell'andare sul monte, per dare la sua anima, come alcuni hanno pensato, sulla stessa bocca di DIO. Anche qui, carissimo GES, lascia che la mia anima, dal punto di vista della condizione universale dell'umanità, rivolga i miei pensieri a te, che con la tua preziosa morte hai vinto la morte e con il tuo trionfo sulla morte e sulla tomba, hai aperto al tuo popolo vita eterna.

Dolce e rinfrescante è il pensiero, in mezzo alla prospettiva umiliante, della dissoluzione, che GES vive sempre; e sebbene tutte le nostre circostanze intorno stiano perendo, e noi stessi coinvolti nella stessa, tuttavia si sta affrettando l'ora in cui la morte sarà inghiottita nella vittoria!

In vista della perversità di Israele, Signore, dammi la grazia di vedere la macchia universale di tutta l'umanità. Sono migliore di loro? No: in nessun modo. Tutti sono inclusi sotto il peccato. Oh! tu prezioso AGNELLO di DIO che porta il peccato! lascia che ogni cosa e ogni opinione, sia del peccato degli altri che del mio, tendano ad amare la tua persona e la tua giustizia, al mio cuore, convinto che non c'è salvezza in nessun altro, né c'è alcun altro nome sotto il cielo dato tra uomini, per cui dobbiamo essere salvati.

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