RIFLESSI

LETTORE! se spiritualizziamo questo capitolo, nei vari sermoni in esso contenuti, non possiamo voi ed io leggere la parola del Signore rivolta a noi stessi? Figlio dell'uomo, dice l'Eterno, tu abiti in mezzo a una casa ribelle; sì, possiamo rispondere, vero, Signore, poiché portiamo con noi, in noi stessi, un cuore ribelle. Tutto, infatti, sia dentro che fuori; i resti della corruzione innata, il mondo intero che giace nella malvagità e il grande nemico delle anime, fanno aperta ribellione ma troppo spesso nell'anima.

E non dovremmo, in tali circostanze, fare come è stato comandato al Profeta, prepararci per la rimozione; e da un luogo all'altro, di forza in forza, agli occhi di tutto il popolo, testimonia a ogni osservatore, che qui non abbiamo città permanente, ma ne stiamo cercando una che venga. Sicuramente il popolo di Dio dovrebbe essere per segni e prodigi, come lo erano Giosuè ei suoi simili, gli uomini si meravigliavano! sì! il pane di vita e l'acqua di vita, anche mentre i figli di Dio lo ricevono e vivono di esso, nella revisione della nostra indegnità, e la grazia distintiva, che fa tutta la differenza tra il prezioso e il vile, può ben essere mangiato con santo timore e con santo stupore.

I credenti, mentre si rallegrano, si rallegrano con tremore. Prezioso Signore Gesù! come appari sempre più prezioso, quando gli immeritevoli dei tuoi redenti sono tenuti in memoria. Ebbene ogni figlio di Dio gridi con il Profeta, nel vedere visioni della sua gloria, guai a me perché sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure, perché i miei occhi hanno visto il Re, il Signore degli eserciti. Che sollievo per un'anima sotto queste visioni del peccato e dell'impurità che si risvegliano vedere, e con un occhio di fede, l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.

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