RIFLESSI

Passo da ogni altra considerazione in questo capitolo (sebbene ce ne siano molte che sarebbe molto proficuo da considerare) per occuparmi di una, ancora più eminentemente sorprendente, suggerita nell'incontro con quella meravigliosa parola, Shiloh, che non ho mai incontrato nel sacro volume , senza che tutta la mia anima fosse condotta alla contemplazione di Colui da cui deriva. Sì! benedetto Gesù! quando ti considero lo Sciloh, il Liberatore, il Salvatore del tuo popolo; sei sempre più caro, e sempre più prezioso, per essere guardato, e specialmente in queste stagioni, quando il tuo immenso valore diventa più sorprendente, dal punto di vista della dissolutezza e della corruzione tutt'intorno. E sebbene i luoghi, o le persone, non derivino santità se non da te, tuttavia lo Sciloh sarà per sempre la beatitudine dei suoi redenti, e la loro parte per sempre.

Mentre incontro questo nome glorioso e distintivo, Sciloh, ma una volta in tutto il libro di Dio, quando si parla di una Persona, e quella Persona Cristo, e questo nel linguaggio profetico del patriarca morente Giacobbe: eppure quando si trova altrove, e connesso con esso, il ricordo di Lui nel suo carattere glorioso, come Shiloh; certamente rallegra il cuore del credente, e riempie l'anima di una gioia indicibile e piena di gloria.

Fammi non sentire mai parlare di Shiloh, né leggere di Shiloh senza santa gioia. Gesù sarà lo Sciloh, per raccogliere in sé tutti i suoi redenti, affinché dov'è lui, là saranno anche loro. E che cosa se Tofet è ordinato da tempo, e i suoi credenti devono passare attraverso una valle di umiliazione, più di quella del figlio di Hinnom: eppure Gesù sarà con loro. Sciloh li farà passare e li farà uscire; e conducili nel suo regno eterno. Ti saluto glorioso Shiloh! a te sarà il raduno del popolo!

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