(6) La luce sarà oscurata nel suo tabernacolo e la sua candela sarà spenta con lui. (7) I passi della sua forza saranno ristretti e il suo proprio consiglio lo abbatterà. (8) Poiché è gettato in una rete dai suoi stessi piedi e cammina su un laccio. (9) Il gin lo prenderà per il tallone e il ladro prevarrà su di lui. (10) Gli è teso un laccio per terra e una trappola per lui lungo la via.

(11) В¶ I terrori lo spaventeranno da ogni parte e lo faranno alzare in piedi. (12) La sua forza sarà morsa dalla fame e la distruzione sarà pronta al suo fianco. (13) Divorerà la forza della sua pelle: anche il primogenito della morte divorerà la sua forza. (14) La sua fiducia sarà sradicata dal suo tabernacolo e lo condurrà al re dei terrori. (15) Abiterà nel suo tabernacolo, perché non è del suo; zolfo sarà sparso sulla sua dimora.

(16) Le sue radici si seccheranno di sotto, e in alto il suo ramo sarà reciso. (17) Il suo ricordo svanirà dalla terra e non avrà nome nella strada. (18) Sarà cacciato dalla luce nelle tenebre e cacciato dal mondo. (19) Non avrà figli né nipoti tra il suo popolo, né resterà nelle sue dimore. (20) Quelli che verranno dopo di lui saranno stupiti al suo giorno, come furono spaventati quelli che lo precedettero. (21) Certamente tali sono le dimore degli empi, e questo è il luogo di colui che non conosce Dio.

Non vedo alcun motivo per fare una pausa in questo discorso di Bildad. Sarebbe meglio leggerlo per intero, e poi cercare di raccogliere in un unico punto di vista, la deriva di tutto il suo ragionamento. Lo Shuhita non è attraverso tutto, parlando personalmente di Giobbe, ma piuttosto il suo scopo è far sì che Giobbe tragga lui stesso l'applicazione del suo discorso. Sta descrivendo il carattere di un ipocrita, e poi indicando la sua sicura distruzione.

E questo lo fa sotto diversi particolari. La sua candela sarà spenta. Le scintille che ha acceso non brilleranno. I suoi piedi saranno presi come in una rete. La sua vita sarà nel terrore. Sia la radice che il ramo moriranno. Quando Bildad ebbe così disegnato in maniera molto compiuta, l'immagine dei malvagi; evidentemente intendeva che Giobbe sentisse che era lui che il Shuhita aveva in vista. La conclusione della sua conferenza implicava evidentemente tutto questo, poiché la chiama la miseria di una tale fine, e che quanto a cose esteriori arrivate, ha segnato la situazione attuale dell'uomo di Uz.

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