(12) Gli crederai che porterà a casa il tuo seme e lo raccoglierà nel tuo granaio? (13) Hai dato le belle ali ai pavoni? o ali e piume allo struzzo? (14) Che lascia le sue uova nella terra e le riscalda nella polvere, (15) E dimentica che il piede le può schiacciare, o che la bestia selvaggia le può spezzare. (16) È indurita contro i suoi piccoli, come se non fossero suoi: la sua fatica è vana senza paura; (17) Poiché Dio l'ha privata della sapienza, né le ha impartito l'intelligenza. (18) Quando si alza in alto, disprezza il cavallo e il suo cavaliere.

Dalle bestie, ora il Signore manda Giobbe per istruire gli uccelli, e spiega nel pennacchio di struzzo, nelle ali e nelle penne del pavone, che per quanto imprevide siano queste creature, tuttavia la cura di loro che li ha creati non viene mai meno. Nella negligenza dello struzzo, che lascia le sue uova nella sabbia, esposta a molti pericoli, e tuttavia la sua razza è preservata, con quanta grazia insegna il Signore che la sua misericordia e provvidenza è chiamata a supplire a tutte le deficienze dei vari creature, che sono ciò che sono per sua ordinazione e nomina.

Ma non c'è una lezione più alta intesa qui. Non sono peccatori, come lo struzzo distratto, che lasciano le loro grandi preoccupazioni, come le uova di questo uccello nella sabbia, alle avventure, e vivono senza badare a tutte le conseguenze? Lettore, quanti, che sono tutti vivi per osservare la follia di questo uccello, sono ancora stolti in una questione di momento infinitamente più alto, e trascurano l'unica cosa necessaria, la cura delle loro anime immortali!

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