RIFLESSI

LETTORE! riflettiamo sulla situazione in cui lo SPIRITO SANTO ha rappresentato Giobbe in questo capitolo, e raccogliamo da esso quelle preziose istruzioni che possiamo umilmente supporre, il SIGNORE lo SPIRITO, gentilmente progettato per trasmettere.

Sebbene ascoltiamo Giobbe esprimersi così, nell'amarezza delle sue lamentele, e parlare inavvertitamente con le sue labbra, tuttavia non è il lamentarsi con DIO quando è in difficoltà che causa il peccato, ma il lamento di DIO. Qui sta tutta la differenza. L'apostolo Paolo ha detto alla chiesa, dall'autorità di DIO lo SPIRITO SANTO, che nessun castigo per il momento sembra essere gioioso, ma doloroso.

E l'esperienza di ogni santo testimonia la verità. No, se non sentiamo le nostre prove, come possono essere santificate, Lettore! osserva la notevole differenza e osserva come ci viene insegnato, né a disprezzare i castighi del SIGNORE, prendendoli troppo alla leggera; né svenire sotto di loro, come se fossero troppo pesanti. Se un figlio manifesta testardaggine sotto la verga di un padre, come se non lo sentisse, e sembra deciso a non considerarlo; cosa dobbiamo pensare di lui? E se d'altra parte sprofonda e sviene sotto il rimprovero, come migliorerebbe questo?

Ma qui, prezioso GES, come in ogni altra cosa, così in questo tuo luminoso esempio, il tuo modello benedetto, mostra ciò che i tuoi seguaci dovrebbero essere. Quando nei tuoi ineguagliabili conflitti, la tua anima era estremamente addolorata, fino alla morte, eppure non sentiamo nessuna parola di lamento, nessuna protesta rabbiosa. Come il profeta ti aveva descritto, così l'evangelista racconta di te che sei stato condotto al macello come un agnello, e come la pecora davanti ai suoi tosatori è muta, così non hai aperto bocca.

Oh! Agnello di Dio! dammi di stare sempre in vista della tua mansuetudine! e mentre io ti guardo, accondiscendente alla più profonda umiliazione; sentendo tutte le indegnità, portando tutti i nostri peccati, ricevendo tutta l'ira del Padre tuo, e sopportando tutta quella contraddizione dei peccatori, che nei giorni della tua carne, hai sostenuto per me e per la mia salvezza: o beato GES, fammi chiedere alla mia anima , fu per me che fosti oppresso, così esercitato, così tentato, così schiaffeggiato, così coronato di spine; e tutto per me? Oh! dammi la grazia in tutte le mie prove minori, che non erano degne di essere menzionate, di guardare a te.

E sebbene a volte, la mia povera natura debole e corrotta, si senta tentata di gridare sotto di loro, come Giona o come Giobbe, come se facessi bene ad adirarmi; eppure, Signore, se mi consolidi con una sola vista di te, allora in tuo potere prenderò la croce e ti seguirò, o AGNELLO di DIO, dovunque andrai, e sarò più che vincitore, aiutandomi per la tua grazia .

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