«Allora uno dei dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti (15) e disse loro: Che cosa mi date e io ve lo consegnerò? E fecero alleanza con lui per trenta sicli d'argento. (16) E da quel momento cercò l'occasione per tradirlo. (17) Ora il primo giorno della festa degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù, dicendogli: Dove vuoi che ti prepariamo per mangiare la Pasqua? (18) E disse: "Va' in città da un tale uomo e digli: Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; celebrerò la Pasqua in casa tua con i miei discepoli".

(19) E i discepoli fecero come Gesù aveva loro ordinato; e prepararono la Pasqua. (20) Venuta la sera, si sedette con i dodici. (21) E mentre mangiavano, disse: In verità vi dico che uno di voi mi tradirà. (22) Ed erano estremamente addolorati, e cominciarono a dirgli ciascuno: Signore, sono io? (23) Ed egli, rispondendo, disse: Chi mette la mano con me nel piatto, mi tradirà.

(24) Il Figlio dell'uomo va come è scritto di lui: ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! sarebbe stato un bene per quell'uomo se non fosse nato. (25) Allora Giuda, che lo tradì, rispose e disse: Maestro, sono io? Gli disse: Tu hai detto. (26) E mentre mangiavano, Gesù prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai discepoli, e disse: Prendete, mangiate; questo è il mio corpo.

(27) E prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: Bevetene tutto; (28) Poiché questo è il mio sangue del nuovo testamento, che è versato per molti in remissione dei peccati. (29) Ma io vi dico: non berrò più d'ora innanzi questo frutto della vite, fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno di mio Padre. (30) E dopo aver cantato un inno, uscirono nel monte degli Ulivi».

Riservo il punto di vista che questa scrittura apre del traditore Giuda, al racconto che ne fa Giovanni, dove è un po' più ampliato. Vedi Giovanni 13:18 .

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