Salmi 53:1

1 Al Capo de' musici. Mestamente. Cantico di Davide. Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c'è Dio. Si sono corrotti, si son resi abominevoli con la loro malvagità, non v'è alcuno che faccia il bene.

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Ecco un breve, ma sorprendente resoconto del peccato nel cuore di un uomo naturale, come è stato dato prima, nel quattordicesimo Salmo. Il peccatore viene rimproverato per l'occasione; e il Salmista trae occasione, da tale stato di rovina dell'uomo per natura, di pregare per la sua guarigione per grazia nella salvezza di Cristo.

Al capo musicista su Mahalath, Maschil, un salmo di Davide.

Salmi 53:1

Avendo già fatto un umile commento a questo Salmo, numerato prima del 14°, ritengo superfluo sottrarre il Lettore a ripassarlo in questo luogo: il Lettore può riferirsi a quanto ivi osservato. È vero che c'è qualche piccola variazione in uno dei versi, ma non così materialmente diverso da rendere necessario un commento: mi limiterò quindi ad osservare, che se supponiamo (come possiamo) la ripetizione di esso, così come la citazione che ne fa l'apostolo Paolo, aveva lo scopo di raccomandarlo con più serietà all'attenzione della chiesa; questo può, e anzi dovrebbe operare in maniera più forte per imporre le importanti dottrine che contiene nei nostri cuori.

E poiché indica l'ateismo naturale che è nel cuore di ogni uomo dalle conseguenze del peccato originale, come la triste causa e fonte di tutta la nostra miseria; così un profondo senso della nostra colpa e rovina in questo particolare può, sotto la grazia di Dio, servire non meno ad affezionarci a quella benedetta e unica guarigione che è nel Signore Gesù Cristo. Possa il Signore lo Spirito Santo concedere, dalla sua ripetuta lettura, questo benedetto effetto e poi se Gesù diventa sempre più prezioso nella misura in cui sentiamo sempre più il nostro bisogno di lui, troveremo lo stesso motivo di gioia di Giacobbe , e come Israele per essere contento.

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