Sia anatema, maledetto. Maran Atha,[2] che, secondo san Girolamo e san Giovanni Crisostomo, significa che il Signore è già venuto, e quindi deve essere preso come un monito per coloro che dubitano della risurrezione, e deve metterli in mente, che Cristo, il Giudice dei vivi e dei morti, è già venuto. Gli scrittori rabbinici ci dicono che ci sono tre maledizioni tra gli ebrei chiamati con nomi diversi: che la prima era niddui, che implicava un'espulsione per un certo tempo dalla sinagoga; il secondo era più grande, essendo tale essere del tutto separato dalla società comune, chiamato Cherem; il terzo, Maran Atha, il Signore viene, viene, o è venuto, a cui sono seguiti giudizi e punizioni esemplari.

Così mons. Hure, nel suo Dizionario Biblico, Mr. Legh, nella sua Critica Sacra, e anche Mr. Nary. Ma se questo è meglio fondato di molte altre storie rabbiniche, lascia che siano gli altri a giudicare. (Conam)

[BIBLIOGRAFIA]

Maran Atha, greco: maran atha. San Giovanni Crisostomo, greco: ti de esti maran atha; o kurios emon elthe, ecc. San Hierom [St. Girolamo], Epist. ad Marcella. tom. ii. P. 706, e de nominibus Hebraicis. tom. IV. P. 78.

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