Ma a causa della fornicazione, ciascuno abbia e viva con la propria moglie, [1]e ​​non la lasci e non la congeda. Si noti che San Paolo pronuncia queste parole a coloro che sono già sposati e non parla dei non sposati fino al versetto 8. Non esorta quindi qui tutti a sposarsi, ma ammonisce i coniugi a vivere insieme, e a non rifiutare il dovere matrimoniale, che né il marito né la moglie possono fare senza mutuo consenso, a causa del fidanzamento matrimoniale.

Eppure consiglia loro di astenersi qualche volta da ciò che possono legittimamente fare, per dedicarsi alla preghiera, [2] e, come è aggiunto nelle comuni copie greche, al digiuno. Osserva san Giovanni Crisostomo che le parole di san Paolo non sono solo che essi preghino (che nessun giorno deve essere omesso), ma che si dedichino alla preghiera, cioè meglio disposti e preparati a la preghiera, la contemplazione e per ricevere il santo Sacramento, come troviamo il sacerdote anche dell'antica legge, si astenessero dalle loro mogli, quando erano impiegate nelle funzioni del loro ministero.

Ma questo tipo di consiglio non è apprezzato da tutti coloro che si fingono riformatori. E ritornate di nuovo insieme... eppure dico questo per indulgenza, di ciò che è permesso ai coniugi, e non comandato loro, a meno che uno dei coniugi non voglia astenersi. (Conam)

[BIBLIOGRAFIA]

Suam uxorem, suam virum. Greco: eautou gunaika, ton idion andra.

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