Chiunque legga la storia di Giuseppe Flavio delle calamità che colpirono Gerusalemme prima della sua distruzione, non troverà nessuna di queste terribili minacce incompiuta. Settantamila prigionieri furono portati via in questa guerra. Dopo che i soldati erano stanchi di uccidere, Tito ordinò che il migliore dei giovani fosse tenuto per adornare il suo trionfo. Il numero degli ebrei prigionieri era così grande a Roma, da far lamentare il poeta pagano Rutilio Numanziano, che visse intorno all'anno 410, come un grande peso per l'impero. Atque utinam nunquam Judea subacta fuisset

Pompei bellis, Titi imperiale;

Latius excisæ pestis contagia serpunt

Victoresque suos natio victa premit.

--- Calpestato, ecc. Dopo che Gerusalemme fu presa e distrutta dai romani, sulle sue rovine fu costruita un'altra città, chiamata \'c6lia, dal nome dell'imperatore \'c6lius Adrian. Questa fu abitata da pagani e ad alcuni cristiani fu proibito agli ebrei anche di avvicinarsi ad essa, per più di due o tre secoli. Tertulliano ci informa, che hanno anche comprato, a caro prezzo, il permesso di vederlo da lontano, e versare una lacrima sulle ceneri del loro antico e sfortunato paese.

Così Gerusalemme fu calpestata, finché fu compiuto il tempo delle nazioni; cioè finché il cristianesimo, in ogni nazione, non avesse trionfato sulla persecuzione del paganesimo. (Calma) --- Finché i tempi delle nazioni non siano compiuti. Secondo l'esposizione comune di questo e di altri luoghi, gli ebrei dal tempo della distruzione del loro tempio e città, sotto Tito Vespasiano; e specialmente dalla loro totale distruzione sotto l'imperatore Adriano, in punizione della loro ostinata cecità, rimarranno dispersi per il mondo sotto miserie e oppressioni, finché il vangelo non sarà stato predicato a tutte le nazioni; allora, non molto tempo prima della fine del mondo, gli ebrei si convertiranno e riconosceranno che Gesù è il loro vero Messia. Vedi Romani xi. 25. (Conam)

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