ma confido che presto ti vedrò e parleremo faccia a faccia. Pace a te. I nostri amici ti salutano. Saluta gli amici per nome.

L'apostolo ora loda Demetrio, che pare sia stato il portatore di questa lettera. A Demetrio la testimonianza è stata portata da tutti e dalla stessa verità; e anche noi testimoniiamo, e tu sai che la nostra testimonianza è vera. Demetrio era tenuto nella massima considerazione e stima da tutti i fratelli che lo conoscevano; tutti hanno testimoniato la correttezza della sua condotta cristiana. Ha adempiuto alle esigenze del Vangelo e ne ha testimoniato la verità salvifica.

La sua fede nel messaggio evangelico si è espressa in tutta la sua vita. Ma per essere doppiamente sicuro, san Giovanni aggiunge la propria testimonianza, con l'osservazione che, come Gaio sapeva, la sua testimonianza era affidabile, stava scrivendo la verità.

In conclusione Giovanni afferma che aveva davvero molte cose da scrivere a Gaio; il suo cuore era così pieno del messaggio evangelico e della sua applicazione nelle diverse circostanze delle congregazioni che avrebbe potuto scrivere una lunga lettera con inchiostro e penna. Ma aveva la speranza di vedere Gaius molto presto, e sarebbe stato molto più facile e soddisfacente parlare faccia a faccia. L'antico saluto, "Pace a te", ha ora acquisito un nuovo significato, poiché la pace dei cristiani è nei meriti di Gesù, nel quale ripongono la loro unica fiducia per la salvezza.

Gli amici di Gaio nella congregazione di Efeso mandarono i saluti per mano dell'apostolo, perché la comunione cristiana in quei giorni era molto intima e sincera. E Giovanni stesso, come ultima parola, invita Gaio a salutare per nome gli amici, in segno che l'apostolo pensava a tutti loro con amore. Tale amore dovrebbe essere un modello e un esempio per tutti i cristiani fino alla fine dei tempi.

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