e siate benigni gli uni verso gli altri, di cuore tenero, perché vi date l'un l'altro, proprio come Dio per amor di Cristo vi ha perdonato.

L'apostolo anche qui, come nel v. 25, menziona i peccati della lingua: Ogni parola corrotta, dalla tua bocca non esca; ma tale è buono per l'edificazione del bisogno, affinché dia grazia agli ascoltatori. I cristiani non dovrebbero essere colpevoli di tali discorsi, tali espressioni, tali discorsi che sono inutili, cattivi, marci, putridi, ripugnanti. L'inclinazione a questo peccato è presente anche nel cristiano, come dice il Signore Matteo 15:19 .

Ma i credenti non devono permettere che questa inclinazione si esprima con un linguaggio di questa natura. Tutto il loro discorso dovrebbe piuttosto avere lo scopo di servire il prossimo per il bene, per l'edificazione applicata al suo bisogno. Poiché il nostro prossimo è nel bisogno, dobbiamo venire in suo aiuto con l'istruzione, l'ammonimento, la consolazione, affinché sia ​​confermato e promosso nella fede e in ogni bene.

In questo possiamo portargli un beneficio, mostrargli una gentilezza, impartire una benedizione a lui. D'altra parte, l'apostolo avverte: E non contristate lo Spirito Santo di Dio, nel quale foste suggellati fino al giorno della redenzione. Con grande solennità dà il nome completo della terza persona della divinità, perché il peccato di cui sta parlando è una cosa molto seria. Lo Spirito Santo vive nel cuore dei credenti come nel suo tempio, e quindi i cristiani dovrebbero temere di offenderlo con un insulto e così di scacciarlo.

I discorsi volgari di ogni genere non sono da pensare alla leggera, come un respiro che il vento toglie, ma sono ascoltati dallo Spirito Santo di Dio, che si sente profondamente addolorato e insultato per tale comportamento. Perché nello Spirito e per mezzo dello Spirito siamo suggellati, assicurati, della nostra salvezza, ed è Sua intenzione che raggiungiamo la nostra destinazione, la redenzione delle nostre anime. Come è possibile, dunque, per noi essere così ingrati da infliggere qualsiasi insulto o dolore a questo Spirito della nostra salvezza!

S. Paolo ora va alla radice della questione quando scrive: Ogni amarezza, e ira, e ira, e clamore e bestemmia, ve la allontani con ogni malizia. È questa condizione del cuore che fa emergere i discorsi ripugnanti e sciocchi: amarezza, risentimento, durezza, quando una persona va sempre in giro con una pacca sulla spalla, pronta a scoppiare alla minima provocazione; l'ira, l'improvviso scoppio di furia, così come la rabbia, il costante e continuo dispiacere verso il prossimo che pianifica la vendetta; bestemmie, rimproveri, maledizioni.

Tutte queste cose dovrebbero essere rimosse dal cuore del cristiano, insieme a ogni malizia, ogni malvagità, ogni malevolenza in genere. Paolo non nomina il culmine del peccato di cui descrive i primi passi, non parla di colpi veri e propri; perché sta scrivendo ai cristiani, che sicuramente non dimenticheranno la loro posizione di figli di Dio a tal punto da indulgere deliberatamente in scazzottate. Piuttosto, come scrive Paolo, faranno pratica di essere gentili gli uni con gli altri, mostrarsi benigni in ogni momento; anche tenero di cuore, pieno di sentimento di comunione e di sincera compassione; perdonandosi l'un l'altro, non controvoglia o malvolentieri, ma benevolmente e volentieri, ciascuno trattando il prossimo come se stesso.

E tutto questo con il grande amore di Dio e l'inesprimibile sacrificio di Cristo davanti ai suoi occhi: come anche Dio in Cristo ti ha gentilmente perdonato. La grazia e la misericordia di Dio si è manifestata in Cristo, si è rivelata in Cristo, che con la sua morte ha compiuto la riconciliazione del mondo. Proprio come Dio in Cristo ci ha mostrato un amore così incommensurabile, così dovremmo mostrare amore verso il nostro prossimo; l'incomparabile amore di Cristo verso di noi dovrebbe essere il motivo e la forza del nostro amore.

L'apostolo ammonisce i cristiani a mantenere nella pace l'unità dello Spirito, a servirsi gli uni gli altri con i doni ricevuti da Dio, e ad assistere così la crescita della Chiesa, con particolare riferimento ai doni del ministero; li avverte di astenersi dai vizi dei Gentili; li esorta a deporre il vecchio Adamo ea rivestire l'uomo nuovo con tutte le virtù cristiane, il tutto per la promozione della comunione cristiana.

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