v. 23. Tale cibo è nell'aratura del povero, cioè colui che con molta fatica sgombra e dissoda la terra, coltivandola con ogni diligenza, sarà ricompensato con una ricca messe; ma c'è che è distrutto per mancanza di giudizio, per mancanza di rettitudine, cercando di guadagnare con l'inganno e con la violenza ciò che dovrebbe ottenere con il lavoro legittimo.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità