Ecclesiaste 2:1-17

1 Io ho detto in cuor mio: "Andiamo! Io ti voglio mettere alla prova con la gioia, e tu godrai il piacere!" Ed ecco che anche questo è vanità.

2 Io ho detto del riso: "E' una follia"; e della gioia: "A che giova?"

3 Io presi in cuor mio la risoluzione di abbandonar la mia carne alle attrattive del vino, e, pur lasciando che il mio cuore mi guidasse saviamente, d'attenermi alla follia, finch'io vedessi ciò ch'è bene che gli uomini facciano sotto il cielo, durante il numero de' giorni della loro vita.

4 Io intrapresi de' grandi lavori; mi edificai delle case; mi piantai delle vigne;

5 mi feci de' giardini e dei parchi, e vi piantai degli alberi fruttiferi d'ogni specie;

6 mi costrussi degli stagni per adacquare con essi il bosco dove crescevano gli alberi;

7 comprai servi e serve, ed ebbi de' servi nati in casa; ebbi pure greggi ed armenti, in gran numero, più di tutti quelli ch'erano stati prima di me a Gerusalemme;

8 accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti, e ciò che fa la delizia de' figliuoli degli uomini, delle donne in gran numero.

9 Così divenni grande, e sorpassai tutti quelli ch'erano stati prima di me a Gerusalemme; e la mia sapienza rimase pur sempre meco.

10 Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore d'alcuna gioia; oiché il mio cuore si rallegrava d'ogni mia fatica, ed è la ricompensa che m'è toccata d'ogni mia fatica.

11 Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo durata a farle, ed ecco che tutto era vanità e un correr dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole.

12 Allora mi misi ad esaminate la sapienza, la follia e la stoltezza. Che farà l'uomo che succederà al re? Quello ch'è già stato fatto.

13 E vidi che la sapienza ha un vantaggio sulla stoltezza, come la luce ha un vantaggio sulle tenebre.

14 Il savio ha gli occhi in testa, mentre lo stolto cammina nelle tenebre; ma ho riconosciuto pure che tutti e due hanno la medesima sorte.

15 Ond'io ho detto in cuor mio: "La sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me; perché dunque essere stato così savio?" E ho detto in cuor mio che anche questo è vanità.

16 Poiché tanto del savio quanto dello stolto non rimane ricordo eterno; giacché, nei giorni a venire, tutto sarà da tempo dimenticato. Pur troppo il savio muore, al pari dello stolto!

17 Perciò io ho odiata la vita, perché tutto ciò che si fa sotto il sole m'è divenuto odioso, poiché tutto è vanità e un correr dietro al vento.


24-26, Impegni vani

Ecclesiaste 2:1-17

All'inizio della sua ricerca della felicità Salomone eresse una splendida dimora e progettò tutti i tipi di delizie di natura artistica e sensuale. C'erano giardini, pozze d'acqua cristallina, alberi da frutto, prati pieni di bestiame, splendore regale, musicisti che riversavano nel palazzo le loro dolci melodie. Andò oltre, aggiungendo all'architettura e all'arte le sue attività intellettuali. Ma quando fu andato al limite estremo, si voltò da tutto, con il vecchio rosicchiare nel cuore : Vanità delle vanità !

Pochi giorni prima della morte del grande cardinale Mazzarino, un amico lo sentì pronunciare qualcosa dello stesso triste ritornello. «Stavo passeggiando», dice questo amico, «in uno degli appartamenti del palazzo, quando ho riconosciuto l'avvicinarsi del cardinale dal rumore dei suoi piedi ciabatte, che si trascinava uno dietro l'altro come un uomo sofferente di un mortale malattia. Mi sono nascosto dietro l'arazzo e l'ho sentito dire, mentre guardava un quadro e un tesoro raro dopo l'altro: 'Devo lasciare tutto questo'». Alla luce di queste cose, riflettiamo ancora su quelle parole di Cristo in Luca 12:33 .

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