Libertà nell'anno giubilare

Levitico 25:35

Se un uomo, per disgrazia, fosse costretto a vendersi in servitù della gleba per far fronte ai suoi debiti, non poteva essere legalmente trattenuto dopo che fosse suonata la tromba; ma era libero di tornare a casa e in famiglia. Il suo ricco vicino, nel tempo della sua afflizione, non doveva esigere usura su alcun prestito che potesse fare, ma doveva dargli cibo, alloggio e aiuto gratuitamente. Il pover'uomo non doveva essere trattato come uno schiavo, ma come un salariato e concittadino il cui impegno era di carattere temporaneo, e che poteva essere riscattato in qualsiasi momento prima del giubileo, per l'amichevole interposizione di un parente.

Niente nella legislazione moderna eguaglia il giubileo nell'interesse della religione, dell'ordine sociale e della libertà. C'è da credere che quando noi, nelle nostre varie angustie, andiamo dal nostro Padre celeste, andremo peggio di quanto il povero contadino ha fatto per mano del suo ricco vicino? E in Gesù non abbiamo un parente stretto che ci riscatti a tutti i costi?

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