La storia del lungo regno di Uzzia di cinquantadue anni è molto interessante e notevole. Era un uomo dal carattere forte e la prima parte della sua occupazione del trono fu caratterizzata da una vera prosperità. Fu subito vittorioso nelle sue campagne contro i nemici del popolo, e notevole successo nel suo sviluppo interno delle risorse della nazione. Uomo di guerra e amante dell'agricoltura, era un sovrano ideale. Durante questi primi anni andò avanti tranquillamente in dipendenza da Dio.

Ci fu una pausa, e la storia è raccontata dal cronista con le parole: "Fu meravigliosamente aiutato fino a diventare forte". Con quanta coerenza nelle pagine della storia ci vengono insegnati i pericoli della prosperità. L'uomo che dipende da Dio è sempre indipendente da tutto il resto. Nel momento in cui il cuore comincia a sentirsi indipendente da Dio nella sua stessa forza, la forza viene meno; e a meno che non ci sia pentimento la rovina è inevitabile.

Gli ultimi anni del regno, così glorioso nei suoi inizi, furono anni di sofferenza e tristezza. In un malvagio momento di superbia Uzzia entrò nei tribunali sacri, e violi le ordinanze di Dio riguardo all'offerta dei sacrifici. Fu colpito dalla lebbra e visse per l'ultima parte della sua vita prigioniero, isolato dai suoi simili.

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