Dopo aver ottenuto la vittoria sulla manifestazione terrena dell'empietà, resta da fare i conti con il potere che si nasconde dietro. L'arcinemico è descritto come "il drago", "il vecchio serpente", "il diavolo" e, infine, come "Satana". In questo raggruppamento di nomi c'è una notevole rivelazione dell'essenza stessa del male.

Segue un breve e unico resoconto dei mille anni. Sarà un tempo di perfetto governo terreno sotto il Re nominato e unto da Dio. Quel governo sarà amministrato da coloro che hanno vissuto per fede nel soprannaturale.

La descrizione si rivolge quindi a questioni millenarie. Evidentemente anche durante quel periodo ci saranno coloro che non si sono mai sottomessi alla rettitudine essenziale. Satana viene sciolto dalla prigione per radunarli, e ancora una volta essi agiscono in netta ostilità al regno della giustizia. Il problema è che Satana perde per sempre il suo dominio usurpato. Non sarà mai più dio del mondo né principe del potere dell'aria.

Segue poi il racconto della grande assise. I libri sono aperti e un libro. Nei libri le cose si scrivono. Coloro i cui nomi sono nel libro entrano nella beatitudine. Coloro i cui nomi non si trovano ivi entrati sono giudicati secondo le cose scritte nei libri.

Arriva un movimento finale. La morte e l'Ade vengono gettati nel lago di fuoco. La morte più profonda sembrerebbe consistere nella distruzione della possibilità di morire. Al di là di queste parole è impossibile andare nella speculazione, nella speranza o nella disperazione. Qualunque cosa possa significare quella frase finale, è la frase di Colui che occupa il Grande Trono Bianco.

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