Agrippa fece segno a Paolo di parlare, e l'apostolo passò un momento con parole introduttive, quindi pronunciò la sua grande apologia, in cui è evidente un duplice scopo, primo, la propria difesa, e, secondo, l'affermazione della via di salvezza. Nel difendersi ha ignorato le accuse a suo carico, ma ha spiegato il cambio di fronte nella propria carriera. Così ha affrontato la ragione di fondo che aveva spinto l'opposizione dei suoi nemici. Ha raccontato la sua conversione, il suo incarico, la sua consacrazione. In tutto è evidente che stava spiegando il modo di vivere.

Festo, un gentile, non vedeva nulla nel discorso di Paolo se non prove di follia. Mentre Paolo rispondeva a Festo, si rivolse principalmente ad Agrippa, e evidentemente tentò di costringerlo all'onestà sulla base della convinzione intellettuale. La risposta di Agrippa, tradotta accuratamente nella Revisione, "con poca persuasione vorresti farmi cristiano", fu un ghigno sprezzante.

La replica di Paolo fu al tempo stesso dignitosa e tenera. Assunse con calma l'autorità della propria posizione, anche se era un prigioniero con una catena; e poi con squisita tenerezza, desiderando che Agrippa fosse tale com'era, aggiunse le parole: "tranne questi legami".

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità