Nel trattare con il sacerdote, che era già stato trovato tra il popolo per nomina di Dio, si ribadiva il fatto che non doveva avere eredità nel paese. Poi si provvedeva in modo speciale a qualsiasi sacerdote il cui cuore lo spingesse a qualche servizio particolare. Anche lui deve essere curato dal popolo.

Infine, rivolgendosi all'argomento del profeta, Mosè ingiunse al popolo di guardarsi dal falso e di conoscere il vero. Nel trattare con i falsi profeti ne descrisse i metodi. Sarebbero la pratica di cose segrete, di affrontare le forze spirituali del male nel tentativo dichiarato di scoprire la volontà di Dio.

Il vero profeta fu quindi promesso e descritto. La descrizione fornita è breve ma grafica. Sarebbe stato uno di loro, avrebbe ricevuto le parole di Dio e le avrebbe pronunciate al popolo. Tutti i veri profeti di Dio che seguirono realizzarono in misura tale ideale. La proporzione in cui parlavano alla nazione della volontà di Dio con autorità era la proporzione in cui lo facevano.

Mentre studiamo queste parole riguardanti il ​​re, il sacerdote e il profeta, inevitabilmente ci rendiamo conto che il perfetto adempimento in ogni caso è venuto alla fine con la venuta del Figlio di Dio. Fu subito re dei suoi fratelli senza eredità nella sua terra; Sacerdote, dimorante nel servizio di Dio e assistito dal popolo di Dio; Profeta dei suoi fratelli, pronunciando la parola di Dio in tutta pienezza e in tutta purezza.

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