La sezione successiva del messaggio rivela in modo più notevole il fatto della discriminazione divina nel giudizio. Il profeta fu incaricato nella visione di far avvicinare coloro che avevano comandato sulla città, armati di armi di distruzione. In risposta, sei uomini vennero dalla via della porta superiore, e un settimo, vestito di lino, con un calamaio da scrittore al suo fianco. La gloria del Dio d'Israele si era allontanata dal centro del Tempio fino alla soglia della casa.

Questi uomini furono ora incaricati di passare in mezzo alla città e uccidere gli abitanti. L'uomo con il calamaio, tuttavia, passò per primo in mezzo alla città, segnando sulla fronte di coloro che piangevano gli abomini che erano stati descritti. I sei uomini lo seguirono, uccidendolo completamente, cominciando dalla casa e muovendosi per la città. In questo terribile processo di giudizio furono risparmiati tutti coloro sui quali fu ritrovata l'impronta, coloro che nel loro cuore piangevano il male esistente nella città.

La visione del giudizio sgomentò il profeta, tanto che, prostrandosi con la faccia a terra, gridò per intercessione. Gli rispose la dichiarazione che il peccato di Israele e di Giuda era grande, e che quindi il giudizio era irrevocabile.

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