L'esattezza del giudizio di Geremia sul popolo fu immediatamente manifesta. I loro capi lo accusarono di aver detto il falso sotto l'ispirazione di Baruc, e subito tutti passarono in Egitto, portando con sé Geremia e Baruc. Anche in questo caso l'intrepido coraggio dell'uomo è palese, poiché mentre lui, con forse Baruch, a quanto pareva rimase solo, continuò immediatamente il suo ministero di denuncia e di avvertimento.

A Tahpanhes annunciò la venuta di Nabucodonosor, re di Babilonia, contro l'Egitto, e predisse la completa vittoria di Nabucodonosor su tutto quel potere in cui questi uomini avevano deciso di riporre la loro fiducia. Erano fuggiti in Egitto per fuggire da Babilonia. Babilonia doveva vincere sull'Egitto. Così Geremia dichiarò loro, in effetti, l'assoluta follia di ogni tentativo di sottrarsi finalmente al governo di Dio.

Dimorandovi volontariamente, sarebbero stati al sicuro nel paese, anche sotto il dominio di Babilonia. Partendo da ciò, per paura di Babilonia, si trovarono proprio nel luogo in cui Babilonia avrebbe nuovamente stabilito la sua autorità con la vittoria della guerra.

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