Contro i figli di Ammon Geremia sollevò una protesta perché il loro re era in possesso di Gad. Dichiarò che per il feroce giudizio della guerra, sarebbero stati espropriati e cacciati. Il messaggio si conclude con un barlume di speranza, in cui il profeta predisse che i figli di Ammon sarebbero stati nuovamente fatti prigionieri.

Per quanto riguarda Edom, la distruzione è predetta, nonostante la sua saggezza. Il riferimento alla saggezza in Teman potrebbe essere un'allusione letteraria satirica al fatto che fu il luogo di nascita di Elifaz, il consigliere di Giobbe. La distruzione è descritta in linguaggio figurato e il profeta dichiarò che, nonostante l'arroganza e la sicurezza del popolo, Geova lo avrebbe ridotto nella polvere. La distruzione di Edom vuole essere un avvertimento per l'intera terra.

Damasco è descritta nella sua decadenza e nella distruzione determinata contro di lei dal Signore degli eserciti. Questo riferimento a Damasco è breve, poiché non sembra che al tempo di Geremia ci fosse qualcosa di simile a una relazione intima di alcun tipo tra lei e il popolo eletto. È evidente, tuttavia, che mentre la sua visione percorreva l'orizzonte, Geremia vide che anche lei era all'interno della cerchia del governo divino, e che il giudizio era deciso contro di lei.

Kedar e Hazor rappresentano i popoli arabi, i primi come nomadi, i secondi quelli che abitavano in centri stanziati, e tuttavia non in città murate. Contro entrambi questi Nabucodonosor, re di Babilonia, doveva essere strumento di giudizio.

La profezia contro Elam è di un giudizio, che termina ancora una volta con un barlume di speranza. Di Elam nulla si può dire con certezza. Ancora una volta, è evidente nella visione di vasta portata di Geremia che era vista come sotto il disappunto divino e di conseguenza visitata dal giudizio divino.

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