Ora inizia la grande controversia tra Giobbe ei suoi amici, che occupa la maggior parte del Libro. Questa controversia si muove in tre cicli. Il primo, che inizia qui, attraversa il capitolo quattordici. In esso ciascuno dei tre amici parla a Giobbe, e da lui risponde.

Il primo oratore, Elifaz, iniziò con le scuse cortesi per aver parlato, e tuttavia una dichiarazione che non poteva trattenersi. Dopo aver espresso sorpresa per la lamentela di Giobbe, e chiesto se la sua integrità non dovesse essere una garanzia sufficiente della sua incolumità, procedette a una spiegazione generale del problema della sofferenza, dichiarando che era la punizione di Dio della malvagità, una messe per la quale bisogna sono state una semina precedente.

Ha sostenuto la verità di questo insistendo sul fatto del peccato dell'uomo agli occhi di Dio. Questo gli era stato rivelato in un'ora solitaria, nel cuore della notte, da una presenza mistica, una forma. La deduzione di ciò è che la sofferenza di Giobbe era il risultato del peccato di Giobbe.

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