La parola "quindi" lega tutto ciò che c'è da dire ora con tutto ciò che è accaduto prima. Per grazia di Dio, il credente è chiamato a certi atteggiamenti e azioni. Il primo di questi è l'abbandono personale a Dio.

In che senso è possibile presentare il corpo a Dio? Il vero ideale è usarlo in tutte le sue forze secondo la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio. Lo spirito è evidentemente di Dio. Il corpo, quindi, si presenta a Dio. La mente si rinnova così secondo la volontà di Dio.

Dopo aver dichiarato che il vero atteggiamento della vita cristiana è il sacrificio alla volontà di Dio, l'apostolo procede ora a mostrare come sarà espresso quel sacrificio. Tutti i capitoli 12 e 13 sono veramente occupati da questo argomento. Il capitolo 12 mostra le prove manifestate nella vita personale e il capitolo 13 per quanto riguarda il mondo.

La prima prova positiva dell'abbandono alla volontà di Dio è l'umiltà. Qui, naturalmente, è umiltà spirituale. C'è sempre il pericolo che chi ha dedicato tutto solennemente a Dio proprio per questo si gonfi, e non c'è orgoglio più riprovevole dell'orgoglio spirituale.

L'umiltà si manifesta nell'usare un dono per adempiere alla funzione del corpo piuttosto che per glorificare se stessi. Ovunque esista tale umiltà, segue necessariamente l'amore genuino. È prezioso notare con attenzione la relazione tra queste ingiunzioni personali e relative riguardanti l'amore; la prima rivela la mente dell'amore; il secondo, mostra il metodo dell'amore.

Tale devozione alla volontà di Dio, svuotata di sé e centrata sull'amore, da sola renderà possibile l'obbedienza a ciò che segue.

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