Questo è un canto di fede che trionfa sull'afflizione. Cominciando con una preghiera di liberazione, e una dichiarazione delle circostanze di sofferenza in cui si trovava allora, insieme a un riconoscimento di quelle sofferenze come castighi di Geova (vv. Sal 102:1-11), sale a un grande cantico di speranza nella coscienza dell'eternità di Dio, e la conseguente convinzione della restaurazione del suo stesso popolo al favore e alla benedizione (vv.

Sal 102:12-22). Infine ritorna alla propria sofferenza, ma riconosce ancora quella sofferenza, come parte del processo divino, e acquista fiducia nel porla anche alla luce dell'eternità di Dio (vv. Sal 102,23-28).

Mentre ci sono grandi bellezze nei dettagli della canzone, è questa atmosfera generale che crea il suo più grande valore per noi. Non c'è niente di più atto a rafforzare il cuore nella sofferenza, o ispirare lo spirito con il coraggio nei giorni di pericolo e di difficoltà, che il senso dell'eternità di Dio. In esso si trova la certezza che lo scopo oggi sconfitto sarà ancora la continuità dell'umanità, e si crea un grande senso di solidarietà della razza. Poniamo i nostri limiti sempre alla luce della sua illimitatezza.

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