Questo salmo è puramente messianico, ed è sempre stato considerato tale. Quando Gesù lo citò nella Sua conversazione con i governanti, è perfettamente evidente che essi lo guardarono in quella luce. È altrettanto certo che se ne è servito in quel senso. Mentre crediamo che la paternità di molti di questi salmi sia incerta, affermiamo che le parole di Gesù pongono la questione della paternità in questo caso fuori discussione. Allora la bellezza della canzone si vede in tutta la sua pienezza. Il re Davide, canta un Altro come Signore, e perciò superiore a se stesso.

Nella prima metà del cantico (vv. Sal 110:1-4) canta la relazione del Re che viene con Geova. La seconda metà (vv. Sal 110,5-7) racconta la potenza e la vittoria del Re designato. Questa divisione è chiaramente contrassegnata dai nomi del salmo. “Geova disse ad Adonahy”, “Geova manderà”, “Geova ha giurato e non si pentirà”, “Adonahy alla tua destra”. Entrambi questi nomi o titoli sono usati spesso da Dio.

Qui Geova è usato da Dio e Adonahy dal prossimo Re. Questo Re è nominato da Geova. È rafforzato da Geova. Egli è un Re al quale il Suo popolo si riunirà in lealtà e con la perpetua freschezza della giovinezza. Inoltre, per volontà di Geova, deve essere Sacerdote oltre che Re. Nella potenza di questa nomina divina Egli deve andare alla conquista. Il compimento di ogni sua parola si realizza in Cristo.

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