In questo salmo, a partire da una chiamata che dichiara la piacevolezza e la bellezza della lode (v. Sal 147,1), il cantore celebra anzitutto l'attività divina nel risanare il suo popolo (vv. Sal 147,2-6). Poi procede a dichiarare come Dio provvede a tutti i bisogni umani (vv. Sal 147,7-11); e infine gioisce della perfezione del suo governo (vv. Sal 147,12-20).

Nel primo movimento che tratta della restaurazione di Israele, c'è un bellissimo suggerimento dell'interrelazione della potenza pietosa di Dio. "Egli guarisce il cuore spezzato... Egli dice il numero delle stelle." In questa attività di restaurazione c'è potere e saggezza manifesti, e una rigida discriminazione nel sostenere i miti e nell'abbassare i malvagi. Nella sua provvidenza Dio provvede a tutti i bisogni materiali, e tuttavia il suo scopo in tal modo è quello di creare atteggiamenti spirituali verso di sé in cui si compiace sommamente, la sua gioia infine non per la forza animale, ma per il timore e la speranza che costituiscono la forza spirituale .

Nell'ultimo movimento c'è un bel riconoscimento della Sua provvista di provvista materiale, che tuttavia è, fino in fondo, resa parabolica del Suo sostentamento di forza spirituale. Letteralmente Egli dà al Suo popolo “il più fine del grano”, e in realtà dà neve, brina e ghiaccio; e tuttavia tutte queste cose sono intese come rivelazioni dei metodi con cui Egli invia il suo comandamento e la sua parola, i suoi statuti ei suoi giudizi, per il perfetto ordinamento della vita.

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