Salmi 23:1-6

1 Salmo di Davide. L'Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà.

2 Egli mi fa giacere in verdeggianti paschi, mi guida lungo le acque chete.

3 Egli mi ristora l'anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amor del suo nome.

4 Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei male alcuno, perché tu sei meco; il tuo bastone e la tua verga son quelli che mi consolano.

5 Tu apparecchi davanti a me la mensa al cospetto dei miei nemici; tu ungi il mio capo con olio; la mia coppa trabocca.

6 Certo, beni e benignità m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita; ed io abiterò nella casa dell'Eterno per lunghi giorni.

Nell'applicazione messianica questo salmo segue propriamente quello in cui è raffigurata l'opera del Cristo Salvatore. È a coloro che ha conquistato con la sua passione che diventa noto come il pastore.

Naturalmente, questo salmo, come è scritto, è ancora più meraviglioso per il fatto che il suo autore non visse nella luce di Geova che è venuta a noi attraverso l'Incarnazione. Ci mostra come la fede abbia visto molto chiaramente attraverso le nebbie di quei giorni preparatori alcune delle cose più preziose di Dio. Leggiamo ancora le meravigliose parole di Geova e le comprendiamo, ma la rivelazione di Lui in Gesù è la nostra interpretazione e per questo il salmo diventa più ricco.

È una canzone di riposo imperturbabile. Tutte le circostanze del pellegrinaggio, la miseria, la stanchezza, i viaggi, le peregrinazioni, le perplessità, il mistero oscuro delle valli, i nemici affollati e l'infinito al di là, sono presenti e il cantore le conosce. Sono menzionati però, solo per cantare la loro negazione dalla grazia del Pastore. La voglia è annullata. Per stanchezza ha verdi pascoli di riposo.

Nei viaggi conduce per vie piacevoli. Dalle peregrinazioni Egli restaura. Attraverso le perplessità Egli guida e ciò per le vie giuste. Nelle valli dell'ombra della morte la sua presenza cancella la paura. In presenza di nemici fa un banchetto ed è un'Ostia regale in generosità. E alla fine il sentiero prosegue, non in un intricato deserto ma vicino al palazzo del re.

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