Salmi 6:1-10

1 Al Capo de' musici. Per strumenti a corda. Su Sheminith. Salmo di Davide. O Eterno, non correggermi nella tua ira, e non castigarmi nel tuo cruccio.

2 Abbi pietà di me, o Eterno, perché son tutto fiacco; sanami, o Eterno, perché le mie ossa son tutte tremanti.

3 Anche l'anima mia è tutta tremante; e tu, o Eterno, infino a quando?

4 Ritorna, o Eterno, libera l'anima mia; salvami, per amor della tua benignità.

5 Poiché nella morte non c'è memoria di te; chi ti celebrerà nel soggiorno de' morti?

6 Io sono esausto a forza di gemere; ogni notte allago di pianto il mio letto e bagno delle mie lacrime il mio giaciglio.

7 L'occhio mio si consuma dal dolore, invecchia a cagione di tutti i miei nemici.

8 Ritraetevi da me, voi tutti operatori d'iniquità; poiché l'Eterno ha udita la voce del mio pianto.

9 L'Eterno ha udita la mia supplicazione, l'Eterno accoglie la mia preghiera.

10 Tutti i miei nemici saran confusi e grandemente smarriti; volteranno le spalle e saranno svergognati in un attimo.

Questo è noto come il primo dei sette grandi salmi penitenziali. È un po' debole nella sua nota di vera penitenza e in questo rispetto non è da confrontare con alcune che seguono. È piuttosto un grido di liberazione dal dolore, dal dolore e dal castigo che dal peccato che lo causa.

I primi sette versi sono pieni della miseria dell'uomo. È perfettamente cosciente del significato della sua sofferenza. Sa che è un castigo, e sotto la sua pressione singhiozza per la liberazione. La luce irrompe nell'oscurità nella sua fiduciosa consapevolezza dell'attenzione di Geova e della sua disponibilità ad aiutarlo. Se questo è considerato un salmo di penitenza, è notevole più come una rivelazione della tenera compassione di Geova che come vera nota di pentimento.

Non c'è una sola frase che riveli una profonda coscienza della peccaminosità del peccato. La sua grazia salvifica, per quanto riguarda il peccatore, è che riconosce il rimprovero e il castigo di Geova. Il desiderio supremo è fuggire dalla sofferenza e dal dolore. Nonostante la superficialità del senso del peccato, sembra bastare il fatto del riconoscimento della mano di Geova, e rispondendo a pietà e potenza si concede la liberazione e il conforto ricercati.

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