“O Israele, i tuoi profeti sono stati come volpi nei luoghi desolati (rovine). tu non sei salito nelle brecce, né hai costruito la siepe perché la casa d'Israele resistesse alla battaglia nel giorno dell'Eterno».

L'immagine è vivida di volpi che corrono tra le rovine di una città. Costruiscono le loro tane tra le rovine, cercano cibo e cibo, ma non fanno nulla per lo stato della città. Così è con questi profeti. Hanno ignorato le lacune nella comprensione delle persone e non le hanno preparate per ciò che sta arrivando, perché non l'hanno visto loro stessi. Né con i loro avvertimenti li hanno indotti a rafforzare fisicamente le mura della città.

Invece di 'ricostruire le mura e riempire le lacune', preparando il popolo per il 'giorno di Yahweh' che sta per cadere su di loro, sono come volpi che si fanno comode buche nelle rovine e si affrettano a non costruire nulla, cercando ciò che possono trovare, facendo false promesse che non saranno mantenute. Non sono altro che parassiti.

Nota la frase 'il giorno di Yahweh'. Si riferisce a qualsiasi periodo della storia in cui Dio manifesta i suoi giudizi. Dio è paziente e dà all'uomo molto margine di manovra, ma arriva un momento ancora e ancora in cui i peccati dell'uomo si ripercuotono su se stesso e ne risultano conseguenze devastanti. E ciascuno di questi 'giorno di Yahweh' conduce al successivo, fino all'ultimo grande 'giorno di Yahweh' quando Egli porta i Suoi giudizi finali.

(L'alternanza tra 'loro' e 'tu' in questi versetti rende incerto quando sono le persone a cui ci si rivolge e quando i profeti, ma non fa alcuna differenza nel senso. Se 'tu' è visto come applicabile a il popolo li incorpora semplicemente nei peccati dei profeti).

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