“In quel giorno, colui che sarà sul tetto della casa e i suoi beni nella casa, non scenda a portarli via, e non torni similmente colui che è nel campo”.

Il primo esempio dell'urgenza di questi giorni è rappresentarlo in termini di fuga dalla catastrofe senza guardare indietro. Allora non ci sarà tempo per scendere a fare le valigie, o togliere mobili (immagine comune di profughi in fuga), non ci sarà tempo per tornare in città dalle campagne. Tutto accadrà immediatamente. Il punto non è dare consigli su cosa fare, ma indicare la velocità con cui tutto accadrà.

Semplicemente non ci sarà tempo per niente. E c'è anche il suggerimento che non dovessero avere il cuore rivolto alle cose terrene a cui i loro pensieri si sarebbero istintivamente rivolti quando avrebbero riconosciuto che la fine di tutte le cose era arrivata (come fece la moglie di Lot con Sodoma). Non è una questione di pensiero logico, è una questione di cosa salterà nella loro mente in un momento così catastrofico.

È interessante notare che un quadro simile viene tracciato di coloro che si troverebbero di fronte alla catastrofe che avrebbe affrontato Gerusalemme nel 70 dC ( Marco 12:14 ), un precursore del Giudizio finale, parole che Luca omette deliberatamente, forse per evitare confusione.

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