«Quest'uomo andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che fosse rinunciato».

I corpi dei criminali, a parte quelli colpevoli di alto tradimento, erano di proprietà dello Stato, ma di solito venivano messi a disposizione di eventuali parenti che ne facessero richiesta. In caso contrario, i corpi sarebbero normalmente lasciati appesi alla croce come avvertimento, o sarebbero stati "gettati agli avvoltoi". In Palestina, invece, le cose sarebbero diverse perché si provvedeva alle peculiarità degli ebrei. Agli occhi degli ebrei era necessario che i corpi dei tre venissero tolti dalle loro croci prima del calare della notte e gettati via per evitare che portasse una maledizione sulla terra ( Deuteronomio 21:23 era visto come applicato alla crocifissione).

Non ci viene detto cosa sia successo ai corpi degli insorti, ma potrebbero essere stati dati a parenti, sepolti in un complotto pubblico o gettati nei cumuli di spazzatura in fiamme fuori Gerusalemme. La legge ebraica vietava ai criminali condannati di essere sepolti in una tomba di famiglia. Qui, invece, è piuttosto un consigliere prestigioso a chiederne il corpo. Sarebbe stato conosciuto da Pilato e probabilmente da lui rispettato.

Gli spiegherebbe il suo scopo e forse farebbe notare che, in quanto galileo, Gesù era lontano da casa. Pilato apparentemente era soddisfatto dell'idea e ordinò che il corpo fosse messo a disposizione di Giuseppe. Così Colui che nacque a un Giuseppe ( Matteo 1:25 ), fu infine consegnato a un Giuseppe dopo la sua morte. L'idea è che Dio stesse ancora vegliando su di Lui dalla culla alla tomba.

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