'Poiché Mosè scrive che l'uomo che fa la giustizia che è della legge vivrà per essa,'

Paolo è soddisfatto di aver ora prestato sufficiente attenzione alla situazione degli ebrei per quanto riguarda la giustizia, e quindi si riferisce ad essa solo brevemente come 'la giustizia che è della Legge'. La sua concentrazione ora è piuttosto sulla presentazione del lato positivo del Vangelo. Ma fa ancora riferimento alla giustizia che è della Legge per contrastarla con il Vangelo e così facendo ne fa emergere aspetti importanti.

Mosè aveva scritto che "l'uomo che fa la giustizia che è della legge vivrà per essa". Il riferimento è a Levitico 18:5 dove dice: 'Osserverete dunque i miei statuti ei miei giudizi, che se uno li fa vivrà in essi'. Questo riferimento è usato da Paolo in Galati 3:12 per evidenziare il fatto che 'la Legge non è di fede'. Difficilmente può quindi avere altro significato che quello qui.

Ecco allora che 'la giustizia che è della Legge' è definita come 'osservare gli statuti e i giudizi di Dio', e questa era molto facilmente sfuggita dall'essere una risposta amorevole e riconoscente al Dio che li aveva redenti, che era ciò che Dio aveva inteso, all'essere in pratica una determinazione a osservare un insieme molto dettagliato di regole che vedevano come una spiegazione delle esigenze di Dio. Si sono impantanati nei dettagli.

E questo era nella speranza che in tal modo avrebbero 'adempiuto l'alleanza' dal loro punto di vista, in modo che Dio avrebbe dovuto adempierla dal Suo. Vedevano che la conseguenza ultima di ciò era che avrebbero ricevuto "la vita", e la loro percezione del "se un uomo vivrà in loro" era che si riferiva al modo in cui un uomo poteva avere la vita eterna (questo versetto è stato regolarmente citato nella tradizione ebraica).

Ciò che Mosè intendeva, ovviamente, era che gli uomini potevano così godere della pienezza della vita (non aveva una vera concezione della vita eterna). Ma i due si equivalgono in quanto la 'vita eterna' nel suo aspetto terreno ( Giovanni 5:24 ; 1 Giovanni 5:11 ) è davvero pienezza di vita ( Giovanni 10:10 ). In questo, dal punto di vista degli ebrei, risiede la speranza dell'ebreo della salvezza finale.

Nota l'enfasi sul "fare". Faceva appello a coloro che credevano in una giustizia risultante dalle opere. Ma Mosè non pensava in questi termini. Si preoccupava di ciò che seguiva alla redenzione e sottolineava i benefici dell'obbedienza a Dio, un'enfasi con la quale Paolo avrebbe concordato. Ma gli ebrei lo fraintendevano e lo vedevano come un insegnamento che la via per la vita eterna consisteva nel fare la Legge, cioè, che fare la Legge come una parte importante del patto avrebbe indotto loro ad ereditare il beneficio della vita eterna. È questa idea che Paolo sta cercando di contrastare.

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