E Achab parlò a Nabot, dicendo: Dammi la tua vigna, affinché io possa averla per un giardino di erbe, perché è vicino alla mia casa; e io ti darò per essa una vigna migliore di essa; o, se ti sembra buono, te ne darò il valore in denaro.

Che io possa averlo per un giardino di erbe. Sia che Achab ritenesse che la vigna di un suddito potesse essere convertita abbastanza correttamente in un orto per un re, o che attribuisse, come generalmente facevano gli ebrei, un alto valore al possesso di un tale giardino, in ogni caso una ragione il suo ansioso desiderio di possedere la vigna di Nabot era la sua contiguità con i terreni del palazzo. Le erbe coltivate in un giardino come Achab voleva formare, erano naturalmente quelle indigene del paese e del clima: le verdure culinarie degli ebrei comprendenti zucche, cetrioli, meloni; cipolle, porri e aglio; riso, anice e cumino; senape, cassia e cannella; la prima classe essendo pregiata per le sue qualità frigorifere, tendenti a dissetare oltre che a rinfrescare e rinfrescare nella stagione calda, prevalente durante la maggior parte dell'anno;

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