E l'Eterno ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità all'altra della terra; e là servirai altri dèi, che né tu né i tuoi padri avete conosciuto, sia il legno che la pietra.

Il Signore ti disperderà tra tutti i popoli. Forse non c'è un paese al mondo in cui non si trovino ebrei. Ma per secoli subirono ogni specie di persecuzione pubblica e privata; non hanno mai acquisito un accordo; e sebbene in alcuni Stati europei siano ammessi ai privilegi della cittadinanza, quelle "tribù dal piede errante e dal petto stanco" sono sempre considerate come straniere, i cui desideri e il cui destino sono associati a un'altra terra. Le schiere delle nazioni settentrionali - Goti, Vandali, Unni - si riversarono nei paesi dell'Europa meridionale; e dove sono adesso? Anzi, in un periodo molto più tardo, i Britanni, i Romani, i Sassoni, i Danesi ei Normanni vennero tutti successivamente in Inghilterra e formarono insediamenti; e chi può distinguere quei coloni dagli abitanti aborigeni; o i Galli, i Romani, ei Franchi in Francia; o gli spagnoli nativi dei Goti e dei Mori che conquistarono la Spagna? Sono mescolati in un'unica massa indiscriminata e il loro carattere distintivo nazionale è irrimediabilmente perso.

Molto più ci si sarebbe potuto aspettare che le intense e prolungate sofferenze degli ebrei, attraverso il calore della fornace dell'afflizione, li avrebbero fusi nella massa comune dell'umanità con le varie nazioni tra le quali abitavano. Ma continuano ancora un popolo separato, distinto nei tratti caratteristici, speciale nei modi e nei costumi.

Il dottor Watson (di Llandaff) ha osservato che "non ha mai visto un ebreo, ma ha visto in lui una testimonianza vivente della verità dell'Antico Testamento". Chi guarda a questa condizione degli Ebrei e non è pieno di timore reverenziale, quando considera il compimento di questa profezia, e rintraccia nelle passate sofferenze e nell'attuale dispersione di quel popolo i segni più leggibili della potenza divina, della rettitudine e della fedeltà.

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