Allora il re Dario fece un decreto e si cercò nella casa dei rotoli, dove erano depositati i tesori a Babilonia.

Dario il re. Questo era Dario Istaspe. Grande e interessante luce è stata gettata sulla storia di questo monarca e sulle operazioni del suo regno dalla decifrazione delle iscrizioni cuneitiche sulle rocce di Behistun.

Nella casa dei rotoli, dove erano depositati i tesori a Babilonia х bªbeeyt ( H1005 ) ciprayaa'

( H5609 ), nella casa dei libri; Settanta, en tais bibliotheekais, nelle biblioteche]. Un'idea della forma di questo registro babilonese, così come del modo di conservare i registri pubblici all'interno dei suoi archivi, può essere ottenuta dalle recenti scoperte a Ninive. Due piccole stanze sono state scoperte nel palazzo di Kouyunjik, che, dai frammenti trovati in esse, il signor Layard considera come una "casa dei rotoli". Dopo aver ricordato ai suoi lettori che i registri storici e i documenti pubblici degli Assiri erano conservati su tavolette di terracotta e cilindri di argilla cotta, molti dei quali sono stati portati in questo paese, prosegue dicendo: "Le camere che sto descrivendo sembra essere stato un deposito nel palazzo di Ninive per tali documenti.

All'altezza di un piede o più dal pavimento ne erano completamente pieni; alcuni interi, ma la maggior parte rotti in molti frammenti probabilmente dalla caduta della parte superiore dell'edificio. Erano di diverse dimensioni; le tavolette più grandi erano piatte e misuravano circa 9 pollici per 6 pollici e mezzo; i più piccoli erano leggermente convessi, ed alcuni non erano lunghi più di un pollice, con solo una o due righe di scrittura. I caratteri cuneiformi sulla maggior parte di essi erano singolarmente nitidi e ben definiti, ma in alcuni casi così minuti da essere quasi illeggibili senza una lente d'ingrandimento. Questi documenti sembrano essere di vario genere. I documenti che sono stati così scoperti "nella casa dei rotoli" a Ninive superano probabilmente tutto ciò che è stato finora offerto dai monumenti d'Egitto,

Il resoconto a cui si fa riferimento in questo passaggio a Ecbatana è stato probabilmente scritto su materiali simili; e che un carattere impiegato per scopi corsivi fosse in uso sotto gli Achemenidi, vi sono prove chiare e abbondanti (vedi 'Royal Asiatic Journal,' vol. 10:, p. 42; anche 'Primeval Language,' parte 3:, p. 63, nota).

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