E giunsero al luogo di cui Dio gli aveva parlato; e Abramo costruì là un altare, mise in ordine la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull'altare sopra la legna.

Abramo costruì un altare. La descrizione è minuziosamente data e i preparativi sono stati fatti nella piena impressione che l'oblazione sarebbe stata eseguita. Inoltre, ciò richiederebbe tanto sforzo attivo da parte di Abramo che doveva esserci poco tempo per parlare; e, inoltre, l'orribile segreto nascosto nel suo seno lo indisponeva fortemente ad essere comunicativo. Ma il profondo silenzio doveva alla fine essere rotto, ne seguì una conversazione e il mandato divino reso noto. Secondo Giuseppe Flavio, Isacco aveva allora 27 anni. Era certamente un uomo adulto e il suo consenso volontario era assolutamente necessario. Non si può pensare alla costrizione, date le circostanze, poiché era chiaramente impossibile che un padre anziano di 127 anni potesse da solo, senza assistenza, costringere un giovane di 27, nel pieno vigore della virilità, aveva resistito; e, inoltre, l'uso della forza fisica era incompatibile con quella calma, imperturbabile serenità d'animo che si addice a un solenne atto di devozione religiosa. Se il patriarca non fosse stato sostenuto dalla piena coscienza di agire in obbedienza alla volontà di Dio, lo sforzo doveva essere stato troppo grande per la sopportazione umana; e se Isacco non avesse mostrato una fede simile nel sottomettersi, questa grande prova non avrebbe potuto essere superata.

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