Allora il capo coppiere parlò al faraone, dicendo: "Ricordo oggi le mie colpe:

Capo maggiordomo... Ricordo i miei difetti. Questo pubblico riconoscimento dei meriti del giovane ebreo, per quanto tardivo, avrebbe riflesso credito al maggiordomo, se non fosse stato ovviamente fatto per ingraziarsi il suo padrone reale. È giusto confessare le nostre colpe contro Dio e contro i nostri simili, quando questa confessione è fatta nello spirito di devoto dolore e penitenza. Ma quest'uomo non fu molto colpito dal senso della colpa che aveva commesso contro Giuseppe; non pensò mai a Dio, alla cui bontà era debitore dell'annuncio profetico della sua liberazione; e nel riconoscere la sua antica colpa contro il re, praticava l'arte cortese di compiacere il suo padrone. Me ha restituito al mio ufficio, e lui l'ha impiccato. Si può dire che un profeta o un interprete di sogni salvi e uccida, quando predice la salvezza o la morte di qualcuno, come fece Giuseppe del capo maggiordomo e del fornaio.

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