Ed egli le disse: Dammi, ti prego, un po' d'acqua da bere; perché ho sete. E lei aprì una bottiglia di latte, gli diede da bere e lo coprì.

Aprì una bottiglia di latte e gli diede da bere, х no'd ( H4997 ) hechaalaab ( H2461 )] - una borsa di pelle o cuoio, così chiamata perché agitata, per trasformare il latte in burro. [Settanta, eenoixe teen askon tou galaktos.] Giuseppe Flavio dice ('Antichità', b. 5:, cap. 5:, sez. 4) era latte acido, o quello che gli Arabi chiamano "leban"; una bevanda preferita e rinfrescante.

E lo coprì. Sisera contava su questo come pegno della sua sicurezza, soprattutto nella tenda di un amichevole sceicco. Questo pegno era il più forte che si potesse cercare o ottenere, dopo aver preso parte ai rinfreschi, ed essere stato introdotto nell'interno o nell'appartamento della moglie, un santuario inviolabile per l'intrusione anche dei suoi parenti più stretti, se non per il suo esplicito permesso. Incoraggiato da tutte queste circostanze, Sisera si arrese al sonno, dopo una giornata di estenuante fatica. Giuseppe Flavio attribuisce i suoi profondi sonni alla copiosa quantità di latte acido che aveva preso.

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