E il sacerdote lo vedrà: ed ecco, se la levata è bianca nella pelle, e ha reso bianchi i capelli, e c'è carne viva e cruda nella levata;

Se la lievitazione è bianca. Questa lebbra BIANCO LUMINOSO è la più maligna e inveterata di tutte le varietà mostrate dalla malattia, ed è stata contrassegnata dai seguenti segni distintivi: una scala bianca lucida e diffusa, su una base elevata, l'elevazione depressa nel mezzo, ma senza un cambiamento di colore; i capelli neri sulle chiazze che partecipano al candore; 'veloce' - cioè, carne viva e cruda nella lievitazione; io:e., ulcerate, e le stesse macchie squamose allargano continuamente il loro confine. Molti di questi caratteri, presi separatamente, appartengono anche ad altri inestetismi della pelle, cosicché nessuno di essi doveva essere preso da solo; e fu solo quando tutti loro furono d'accordo, che il sacerdote ebreo, nella sua qualità di medico, doveva dichiarare la malattia una lebbra maligna.

Se si estendeva su tutto il corpo senza produrre alcuna ulcerazione, perdeva gradualmente il suo potere contagioso; o, in altre parole, ha percorso il suo corso e si è esaurito. In tal caso, non essendovi più alcun timore di ulteriori mali né per l'individuo stesso né per la comunità, il malato veniva dichiarato pulito dal sacerdote, mentre le squame secche erano ancora su di lui, e restituito alla società. Se, al contrario, le chiazze si ulcerassero, e vi nascesse carne viva o fungosa, la cui materia purulenta, se portata a contatto con la pelle di altre persone, sarebbe introdotta nella costituzione per mezzo di vasi assorbenti, il prete doveva subito dichiararlo lebbra incallito; un confino temporaneo fu dichiarato del tutto inutile, e fu considerato impuro per tutta la vita (Dr. Good).

«È evidente», dice il dottor Mead («Medica Sacra, p. 14), «che in questi versi sono descritte due specie della malattia; uno in cui la pelle era ulcerata, così che la carne viva appariva al di sotto; l'altro, in cui c'era un aspetto efflorescente sulla superficie della pelle, che diventava anch'essa ruvida e in modo squamosa. Da questa distinzione la prima malattia era contagiosa e la seconda no. Per squame come la crusca, secche e leggere, non penetrare nella pelle; ma è materia purulenta, espulsa dalle ulcere, che infetta la superficie del corpo».

Altre affezioni cutanee, che avevano la tendenza a terminare con la lebbra, sebbene non fossero sintomi decisi quando erano sole, erano,

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità